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ALDA FAILONI

ALTRE STORIE

Inaugurazione:

Venerdì 9 maggio 2025 alle ore 18:00

​​Dal 9 maggio al 14 giugno 2025


​Giovedì/Venerdì/Sabato 10:30/12:30
Nel pomeriggio di Giovedì Venerdì e Sabato su appuntamento

HORTUS ARTIERI
Vicolo dei Birri 7 - 38122 Trento

"Balthus diceva che non c’è bisogno di epopee entusiasmanti e straordinarie per esaltarsi ed esprimersi". È lo sguardo che si getta sul mondo che trasforma le cose, anche quelle quotidiane, quelle banali e familiari in qualcosa di speciale, capace di racchiudere in sé un racconto. Ecco che delle semplici scatole dipinte accendono la fantasia, agiscono sulla memoria involontaria (quella di Proust) recuperano un ricordo, ci aprono un mondo. Quattro scatole : una rosa cipria, una azzurro polvere, due della stessa variazione di bianco del fondo e definite solo da poche linee e dal gioco d’ombre, pongono i dipinti a metà strada tra sogno e realtà. Sono l’unico soggetto del quadro, solo una scatola ha accostato un bracciale composto da cubetti con delle lettere, è quella rosa.
    Alda Failoni ha da sé il dono della pittura, cosa rara, soprattutto oggi, nel senso che riesce a trasformare la sua visione della realtà in oggetto dipinto. Mi sono spesso chiesta quale fosse la chiave di lettura per il fascino che le sue tele riescono a trasmettere, almeno a me. Una risposta può essere la lentezza, o meglio l’elogio alla lentezza. Alda Failoni sa concedersi il tempo per pensare, per concentrarsi nel lavoro. Ogni pennellata è calibrata con perizia, le velature sono perfette. Il risultato è la semplicità delle cose che sa di sapienza, che sa di mestiere. Ogni dipinto appare sospeso in un tempo che può essere infinito e immediato, basta un istante per decodificare la tela, ma il godimento della visione ha bisogno di lentezza appunto, di concedersi qualche minuto in più, di fermarsi e ampliare il respiro.
Non è un caso che per la maggior parte i suoi quadri siano senza titolo. Essi infatti mostrano ciotole, vasi, coppe, animaletti di porcellana, scatole appunto, o cuscini, stoffe di lino o cotone, leggere o pesanti, cose conosciute e riconosciute nel loro quotidiano, cose che non hanno bisogno di alcuna spiegazione, semplicemente, sono.

   Altre volte Alda Failoni pesca nel mondo immaginario delle fiabe e da esse trae un oggetto significante: il pesciolino d’oro, il fuso, il vaso. È un’operazione di sintesi o di astrazione del significato, nel senso che sono essi a rappresentare Ivan o Alice, la bella addormentata o Peter. Da quegli oggetti, unici elementi del dipinto, la nostra memoria si mette in moto, la nostra fantasia ricostruisce la storia e i nostri sensi provano un appagamento pieno. Alda Failoni è riuscita a trasformare e tradurre le cose in forma e colore.
- Federica Luser -​

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